Una versione di alto livello che mette in risalto in modo chiaro, luminoso ed espressivo, ogni dettaglio del corposo capolavoro
L'ultimo lavoro discografico di Filippo Gorini, pianista brianzolo classe 1995, presenta la monumentale "L'Arte della Fuga BWV 1080" di J.S. Bach. Apice dei lavori contrappuntistici bachiani, l'opera venne pensata dal genio di Eisenach nell'ultimo periodo della sua vita, tra il 1749 e il 1750. Come la michelangiolesca Pietà Rondanini, rimane una delle più sbalorditive opere incompiute, sebbene la quantità di materiale presente, oltre un'ora e trenta di musica, rendono pienamente integro, sviluppato e complesso un brano pensato per qualsiasi strumento o formazione cameristico-orchestrale. La resa pianistica, prestigiosa quella di Gorini, stimola certamente all'ascolto ogni amante del "moderno" strumento a tastiera. Gorini, già valido interprete dei precedenti Cd beethoveniani- incisi sempre per la casa discografica Alpha Classics- , offre una versione di alto livello che mette in risalto in modo chiaro, luminoso ed espressivo, ogni dettaglio del corposo capolavoro. Gli intrecci discorsivi, nei relativi piani sonori, vengono resi evidenti, con garbata ma incisiva espressività dalle sicure mani del giovane pianista che ricordiamo avere ricevuto in passato importanti riconoscimenti internazionali vincendo il Borletti Buitoni Trust Award nel 2020 e il Telekom-Beethoven Competition a Bonn nel 2015. L'elegante confezione, contenente due Cd, prevede nel libretto di presentazione anche un ciclo di Sonetti e Haiku composti dallo stesso Gorini e organizzati ad introduzione di ogni contrappunto e di ogni canone. Un Cd particolarmente valido, che rivela l'evidente attitudine e il coinvolgimento totale di Gorini per la musica del sommo Bach. Si consiglia l'acquisto.